
Festa del Libro Ebraico 2020
Torna la Festa del Libro Ebraico, l’annuale appuntamento del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah dedicato alla letteratura italiana e internazionale con approfondimenti, presentazioni ed incontri. Il festival, giunto alla sua undicesima edizione, si terrà negli spazi del MEIS dal 6 all’8 ottobre ed è realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e al sostegno di Giulio Barbieri Outdoor Solutions, di Coferasta e di Fercam e ha il patrocinio del Comune di Ferrara, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica di Ferrara.
A fare da cornice agli eventi sarà la tradizionale capanna adornata da frutta di stagione, la Sukkà, ospitata per la prima volta nel giardino del MEIS. Ogni anno infatti le famiglie ebraiche la costruiscono in occasione della festa ebraica di Sukkot in ricordo del periodo vissuto nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù in Egitto e per celebrare il raccolto.
Si inizia il 6 ottobre alle 18.00 con l’incontro “Il potere del segno”, una conversazione tra Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino, e Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS, sul mondo della scrittura e l'identità a partire dai caratteri dell’ebraico biblico e dei geroglifici egizi.
Mercoledì 7 ottobre alle ore 16.00 verrà presentato il volume “Archivio e camera oscura - Carteggio 1932-1940” (ed. Adelphi) che raccoglie le lettere tra il filosofo Walter Benjamin e il filosofo e teologo Gershom Scholem: a discuterne con il curatore Saverio Campanini, professore di lingua e letteratura ebraica presso il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma mater studiorum – Università di Bologna, saranno lo storico sociale delle idee David Bidussa e Shaul Bassi, professore all’Università Ca’ Foscari e direttore dell'International Center for the Humanities and Social Change di Ca' Foscari. Segue alle 18.00 la presentazione del catalogo “Oltre il ghetto. Dentro & Fuori” (Silvana Editoriale) pubblicato in occasione della nuova grande mostra del MEIS che verrà inaugurata nel marzo del 2021. Lo racconta Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi - uno dei prestigiosi musei che hanno prestato le loro opere per l’esposizione - assieme alle quattro curatrici Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel.
Giovedì 8 ottobre alle 16.00 il Presidente del MEIS Dario Disegni e l’avvocato ferrarese Marcello Sacerdoti presentano “I racconti di Matilde” di Ermanno Tedeschi (edito dall’Associazione Culturale Acribia): la vera storia di una piccola bambola che ha viaggiato il mondo dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938. Si conclude alle 18.00 con la presentazione del libro “Olocaustico” (ed. Giuntina) firmato dallo scrittore e regista Alberto Caviglia. L'autore dialogherà con Micol Temin, responsabile degli eventi per il Centro di Cultura Ebraica di Roma e Michelle Nahum Sembira, già collaboratrice del MIUR per progetti didattici sulla Shoah e impegnata nella valorizzazione della cultura ebraica.
Tutti gli eventi sono gratuiti, la prenotazione è obbligatoria. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0532 1912039 e 342 5476621 (attivi martedì-giovedì 10-13 e 16-18 e venerdì-domenica 10.00-18.00), email: a meis@coopculture.it. In caso di pioggia gli eventi si terranno negli spazi interni del museo.
Gli eventi potranno essere seguiti in diretta sulla pagina Facebook del MEIS @MEISmuseum.
Altre Rassegne
Al Meis il racconto Nobel ‘Yentl’
Ci troviamo nel lontano 1904 e Yentl, una ragazza polacca, vive in un villaggio rurale ebraico tipico dell’Europa orientale, lo shtetl. Figlia di un rabbino e libraio, trova nello studio la sua più grande ragione di vita. Le aspettative dell’epoca la vorrebbero però sposata e presto madre, così, per difendere le sue scelte, la giovane decide di fuggire, travestirsi da uomo e proseguire nella sua ambizione. ‘Yentl’, tratto da un raccconto del premio Nobel ‘Isaac Bashevis Singer, è stato diretto e interpretato da Barbra Streisand (1983), conquistando il premio Oscar per la migliore colonna sonora.
Amedeo Spagnoletto: “I giovani ebrei europei devono sentirsi cittadini di un contesto più ampio”
Quanto conta secondo lei che il Meis sia diretto da un rabbino? È importante che chi dirige il Meis faccia un ottimo lavoro con tutte le energie che possiede. Non è quindi indispendabile che sia un ebreo o un rabbino. Certamente la conoscenza, il rapporto sentimentale e la passione contano molto in qualsiasi mestiere, a maggior ragione per la direzione di un museo. Come rabbino ho interpretato il mio ruolo andando al di là dei compiti tradizionali. È positivo il superamento del ruolo del rabbino relegato tra le mura della Sinagoga come puro officiante a favore di un’idea di rabbino che diventa essenziale nel ruolo della formazione e della trasmissione. Il mio obiettivo al Meis è far conoscere a tutti gli italiani e soprattutto ai ragazzi delle scuole la bimillenaria storia e cultura ebraica in Italia. Ovviamente con un focus speciale sulla Shoah.