CHI ERA GRAZIA NASI? AL MEIS DI FERRARA, AMOS GITAI RACCONTA IL SUO PROSSIMO BIOPIC
Oggi, alle 17, il MEIS-Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in via Piangipane, a Ferrara, ospiterà un talk con il regista israeliano Amos Gitai (1950), in collaborazione con il Comune di Ferrara e l’Arci, nel suo MEISHOP. Gitai, che da oltre quarant’anni indaga con la macchina da presa la complessità dell’identità ebraica, è anche sceneggiatore, attore e architetto. Per l’occasione, presenterà in anteprima il suo nuovo progetto cinematografico: un film su Doña Gracia Nasi, la business woman che, nel Rinascimento, scelse Ferrara per tornare alla propria cultura madre: l’ebraismo.
Moglie di Don Francesco Mendes, commerciante di spezie a capo della comunità dei Marrani di Lisbona, alla morte del marito gli succedette nelle responsabilità, dedicando le sue immense ricchezze e la sua influenza all’opera di riscatto degli ebrei perseguitati in tutta Europa. L’autore è infatti a lavoro su un biopic che tratterà della figura della Nasi ambientato in parte a anche a Ferrara. Uno degli scopi di questa visita è proprio l’individuazione dei luoghi più adatti alle riprese.
Le figure femminili sono state già al centro della poetica di Gitai come nel film Tsili (2014) di cui il regista presenterà la visione al Cinema Boldini alle 21 in via Previati. A conversare con lui ci saranno il direttore del MEIS, Simonetta Della Seta e lo scrittore Alain Elkann. Tsili è il nome della giovane che, negli anni Quaranta del secolo scorso, si nasconde in un bosco alla periferia di Czernovicz, dopo che i suoi parenti sono stati deportati nei campi di concentramento. Con l’istinto di un animale, si costruisce un nido in piena zona di combattimento e sopravvive. Poi arriva Marek, che scopre il suo nascondiglio. Si rivolge a lei in yiddish e, quando capisce che anche lei è ebrea, si trasferisce nel rifugio di Tsili. Un giorno Marek va al villaggio in cerca di cibo ma non torna più. All’improvviso, la guerra finisce e la ragazza lascia la sua tana. Incontra i sopravvissuti dei campi e insieme si dirigono verso una barca, che li porterà in un’altra terra. (Vincenzo D’Argenio)